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Come si leggono i codici a barre?

Ciao ragazzi oggi voglio parlarvi di una cosa che vediamo spessissimo sui prodotti alimentari (e non solo), ovvero il codice a barre.


Cosa è?


Si tratta di un codice di identificazione formato da un complesso di elementi grafici a contrasto elevato destinato alla lettura per mezzo di un sensore a scansione e decodificati per rimandare l’informazione in essa rappresentata.


Quando andiamo a fare la spesa al supermercato ormai da anni le cassiere utilizzano il codice a barre per scansionare i prodotti ed in molti grandi supermercati ora è possibile prelevare all’ingresso una pistola (si dice cosi’??? ) ed effettuare noi stessi questa operazione evitando la coda alla cassa.


I codice a barre si dividono in due grandi categorie lineari e codici bidimensionali (Matrix).


I LINEARI, per esempio:


Codice EAN (European Article Number) nella GDO (il più diffuso);
– Farmacode per l’identificazione dei farmaci;
– Universal Product Code per I prodotti importati da Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Canada e Stati Uniti
– GS1 DATABAR sempre nella GDO.


Il codice a barre custodisce, quindi, tutta una serie di informazioni, in parte già rappresentate in etichetta, che aiutano soprattutto chi commercializza il prodotto oltre, ovviamente, noi consumatori.

Utilissimo per chi produce, trasporta e mette in vendita il prodotto perché il codice a barre faciliterà tutte queste operazioni così come utilissimo per noi acquirenti che potremo ottenere tante informazioni.


Impariamo a leggerlo insieme.


Innanzitutto va detto che questo complesso di elementi grafici si concretizza in un susseguirsi di barre e spazi: la barra costituisce l’elemento scuro, lo spazio è l’elemento chiaro che separa due barre tra di loro.


Ogni sequenza deve essere preceduta da quella che viene chiamata area di riposo, ovvero un’area chiara.
Quando anche gli spazi (aree chiare) custodiscono un’informazione allora il codice sarà detto continuo, diversamente il codice sarà detto discreto.

Le prime 3 cifre indicano la provenienza e rappresentano un paese

  • Le 4 cifre che seguono rappresentano l’indirizzo del produttore o del fornitore;
  • Le 5 cifre successive si riferiscono all’articolo stesso (caramelle assortite, 100 grammi, confezione regalo);
  • L’ultima cifra è solo un elemento funzionale che agevola la lettura.

Il sistema standard mondiale GS1 ha assegnato a ognuna delle 114 organizzazioni nazionali GS1 — tra cui l’organizzazione non profit italiana GS1 Italy — un certo intervallo di numeri per rilasciare prefissi aziendali e codici a barre GS1 (EAN) alle aziende che ne abbiamo bisogno.
Una volta iscritta al sistema GS1 del proprio Paese (nel caso dell’Italia, GS1 Italy), l’azienda avrà così il suo prefisso, dal quale può ricavare il numero per identificare il prodotto (GTIN) e il codice a barre completo per tutti prodotti di cui possiede il marchio e che vuole vendere nei negozi della GDO e/o online.

Va specificato che le prime cifre del codice a barre identificano il paese dell’azienda che ha fatto richiesta e non la reale provenienza del prodotto.
Capire da dove arriva il prodotto non significa conoscerne le origini però! Stiamo molto attenti quindi. Un alimento prodotto all’estero, per esempio, può essere importato da un’azienda italiana e confezionato in Italia e quindi avere un codice 80 pur essendo made in Cina.

Ovviamente noi consumatori non dovremo imparare a memoria tutti i prefissi … esistono delle app che possiamo scaricare sul nostro cellulare per leggere i codici a barre, molto utili per risalire alle informazioni generali del prodotto e spesso anche per conoscere dove poterlo acquistare.

A presto!